Fondazione Trentina
per la Ricerca sui Tumori

Progetti di ricerca

Progetti in corso

ANNO: 2024

Il carcinoma prostatico (CP) rappresenta la neoplasia maggiormente diagnosticata nel sesso maschile. In funzione delle caratteristiche istopatologiche, del PSA alla diagnosi e della stadiazione clinica i pazienti con CP localizzato possono essere avviati a diverse strategie che includono: la sorveglianza attiva, la chirurgia (CH) o la radioterapia (RT) (+/- terapia ormonale, OT). L’attuale stratificazione del rischio basata sui fattori sopramenzionati presenta delle limitazioni. 

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Progetti e borse di studio conclusi

Anni: 2017 – 2023
Francesca Demichelis, PhD Associate Professor in Molecular Biology / ERC Investigator Head of Computational Oncology Laboratory Centre for Integrative Biology (CIBIO) University of Trento

Esiste una famiglia di farmaci atti a danneggiare il DNA che si sta rivelando efficace in presenza di specifiche alterazioni genomiche nelle cellule tumorali. Tali alterazioni sembrano essere più frequenti in tumori prostatici aggressivi.
Il presente studio si prefigge:
1) di caratterizzare con esperimenti di biologia molecolare l’effetto di questi farmaci in presenza di un set specifico di alterazioni;
2) di verificare se e come tali alterazioni possano essere utilizzate come biomarcatori di tumore primari non indolenti (ovvero tumori che richiedono terapia invasiva).
Lo studio è in collaborazione con il Dipartimento di Urologia dell’Ospedale Universitario di Innsbruck.

Terminato nel: 2019
Andrea Lunardi, PhD Associate Professor in Molecular Biology Computational Oncology Laboratory Centre for Integrative Biology (CIBIO) University of Trento

Il progetto è dedicato alla memoria di “Bruno Ravelli” ed è finanziato in parte da una donazione di amici e parenti.

Introduzione:
La World Health Organization (WHO) ha stimato nel 2021 approssimativamente 400.000 decessi per tumore alla prostata nei paesi industrializzati mentre il National Cancer Institute ha valutato in poco meno di 12 Bilioni di dollari la spesa degli Stati Uniti associata alle cure dei pazienti affetti da tumore prostatico nel solo 2018. Attualmente circa il 90% dei tumori prostatici si presentano confinati all’interno della ghiandola alla diagnosi ed hanno in genere prognosi favorevole sia che vengano trattati radiologicamente che chirurgicamente. Circa un 30% di questi tumori è destinato a progredire allo stadio metastatico tra i 5 e gli 8 anni dalla terapia. Peggiore è la situazione per i pazienti affetti da tumore ad alto rischio o localmente avanzato, la maggior parte dei quali, purtroppo, svilupperà metastasi.

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Terminato nel: 2019
Paola Venuti PhD – Professore di Psicopatologia Clinica – Responsabile del Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione – Direttrice del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Università degli Studi di Trento
Alessandro Failo PhD – Assegnista di ricerca – Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione – Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive , Università degli Studi di Trento

Breve introduzione sul dolore legato ai tumori in età pediatrico/adolescenziale.

Il dolore è un problema comune e spesso disabilitante nei pazienti affetti da una patologia oncologica. In passato si credeva che i trattamenti per curare il cancro eliminassero conseguentemente anche il dolore, ma negli ultimi 15 anni è stato riconosciuto che, anche dopo un efficace trattamento del tumore, molti pazienti continuano a provare dolore (Abernethy, Samsa, Matchar, 2003). Il dolore dei bambini e degli adolescenti con cancro può essere causato dal tumore stesso (che può interessare diversi tessuti molli, ossa, visceri, il sistema nervoso centrale o periferico compresa la compressione sulla spina dorsale), dal trattamento tumorale (dolore post-operatorio, dermatite indotta da radioterapia, gastrite da vomito ripetuto, mal di testa persistente dopo la puntura spinale, alterazioni ossee indotte dai cortisonici, neuropatia anche chemio-indotta, infezioni, mucositi) e dalle procedure (venipuntura, puntura spinale, aspirato midollare, biopsie) (Fortier et al., 2011; WHO, 2012; Menassi, Lima, Correa, 2008; Oakes, 2011).

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Anni: 2014 – 2016
Paola Venuti Ph.D. – Professore di Psicopatologia Clinica – Università degli Studi di Trento.
Alessandro Failo – Dottorando di ricerca – Università degli Studi di Trento.

Introduzione
Il dolore è un sintomo molto frequente nel corso di una malattia e, fra tutti, è quello che più pesa e impaurisce il bambino, oltre la famiglia. Comprenderlo, studiarlo e trattarlo, diventa ancor più importante quando divenendo cronico si trasforma in malattia assumendo una connotazione più ampia. Una Task Force Ministero della Salute creata per studiare un modello di assistenza funzionale e realizzabile anche in ambito pediatrico ha evidenziato che stimoli dolorosi non trattati adeguatamente in età pediatrica hanno effetti importanti sulla prognosi attuale e futura del piccolo paziente (Benini et al., 2010).

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Responsabile del progetto: Francesca Demichelis, CIBIO Università di Trento.
Altri enti coinvolti: Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Fondazione Bruno Kessler, Weill Cornell Medical College.

La radioterapia è un metodo efficace di trattare i pazienti affetti da tumore prostatico. La maggior parte degli individui risponde in maniera soddisfacente e conduce una vita di buona qualità. Tuttavia alcuni individui dimostrano progressione nonostante la terapia. Lo scopo di uno studio condotto dal Centro di Biologia Integrata dell’Università di Trento (F. Demichelis) in collaborazione con l’Ospedale Santa Chiara, la Fondazione Bruno Kessler , la Fondazione Trentina per la Ricerca sui Tumori, e con il Weill Cornell Medical College di New York è di identificare biomarcatori molecolari in grado di selezionare in maniera tempestiva i pazienti che non beneficeranno della radioterapia e per i quali un altro trattamento potrebbe essere più adeguato. Lo studio ha dimostrato risultati alquanto incoraggianti. La combinazione di due biomarcatori rilevati su biopsie tessutali discrimina con successo i pazienti che hanno un rischio di recidiva significativamente più alto (pari a 3 volte il rischio dei pazienti con assenza dei biomarcatori). Questo risultato ha un potenziale applicativo molto elevato poiché, se validato in casistiche indipendenti, potrebbe introdurre un nuovo fattore discriminante nella pratica clinica. I risultati dello studio verranno presentati al congresso dell’Accademia statunitense e canadese di Anatomia Patologica e sono parte di un manoscritto in visione presso una rivista scientifica. Lo studio è finanziato dalla Fondazione Trentina per la Ricerca sui Tumori .

La borsa di studio “Mario De Luca” fornisce sostegno alla ricerca in ambito universitario, presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento.
In particolare, dal 2011 la Fondazione ha fornito il sostegno ad un primo anno di attività di ricerca, volta ad evidenziare le maggiori criticità derivanti dagli inquinanti atmosferici a più elevato potenziale cancerogeno, seguito dal sostegno al primo anno di una ricerca di dottorato, focalizzato sulla proposta di strategie per la riduzione degli impatti di inquinanti come diossine e furani, policlorobifenili (PCB) e benzene sulla popolazione esposta. Grazie al sostegno della Fondazione e alla generosa donazione della Famiglia De Luca di Cles (TN), è stata fatta luce su situazioni di esposizione agli inquinanti fino ad ora sottostimate e per le quali non esiste ancora un controllo dal punto di vista normativo.

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Archivio progetti

Seminari d’aggiornamento, borse di ricerca e sostegno progetti di ricerca.